La sala nuragica
La prima sala, al piano terra, custodisce oggetti ritrovati tra gli ambienti del villaggio nuragico di Genna Maria ed in particolare il ricchissimo corredo della cosiddetta "casa a corte centrale", un'abitazione composta da più vani che si aprono sul cortile interno. Risalgono all'Età del Ferro e dunque databili al IX-VIII secolo avanti Cristo. Prevalentemente sono utensili di uso domestico, in pietra e ceramica e sono rari gli esempi in metallo. Tra le varie forme: piatti e vasi da cucina, tra i quali alcuni con parti divisorie che consentivano di disporre più alimenti; brocche col manico cavo e beccuccio, per bere a garganella; enormi contenitori chiamati "ziri", per la conservazione dei cereali; macine e macinelli in basalto; le "pintadere", ovvero gli stampi utilizzati per la decorazione del pane votivo, sacro, quello che ancora oggi chiamiamo "su pani pintau", che si prepara in occasione delle feste; fusaiole, a testimoniare l'attività femminile di filatura della lana; portabraci, particolari utensili col manico che permettevano il riscaldamento degli ambienti privi di focolare; fornelli portatili, per riscaldare il cibo e l'acqua; lucerne, per l'illuminazione notturna. Tra gli oggetti più insoliti, è da segnalare una piccola olla con beccuccio, ritrovata in quella che forse era la stanza per il riposo notturno e che potrebbe essere interpretata come biberon per l'allattamento dei neonati. Un aspetto assai importante ovviamente ricopriva la sfera del sacro ed alle celebrazioni erano destinate delle anfore alquanto particolari, chiamate "vasi piriformi", ricchi di decorazioni geometriche, simboliche ed antropomorfe, a segnalare il forte legame con le divinità e gli antenati passati a miglior vita